Lettere di Manina ( home )

 

Nosy be, Maggio 2012

Cari amici,

un po’ in ritardo questa lettera, ma il lavoro e’ stato tanto!!

istruzione

Le scuole statali sono state chiuse per lo sciopero dei professori in tutto il Madagascar e quindi anche a Nosy Be.

Le nostre scuole ( comunitarie) e le scuole private solamente hanno funzionato e funzionano!. sono andata percio’ a salutare le cinque materne di Dzamanzara , inaugurate l’anno scorso, e che non avevo ancora visto dal mio ritorno dall’ Italia, per vedere come andavano le cose! Sono rimasta felicemente colpita nel vedere tutto in ordine , i bambini recitare le canzoncine in francese, le maestre intente a fare le loro lezioni con un bel sorriso , felici di vedermi.. 

..e’ sempre una grande consolazione per me entrare in una scuola!..le foto parlano da sole!! (foto maternelle)






Il Liceo Tecnico. 

E’ già da un mese che sono tornata qui, così l’altra mattina ho pensato che non c’era tempo da perdere, bisognava cominciare il Liceo Tecnico. Io comincio sempre un poco alla volta, senza grandi pretese. Alcuni di voi mi hanno già dato una mano per “una seconda e una terza pietra......” ed io vado avanti così e vi ringrazio tutti! Ecco come comincia, con semplicità, la costruzione di un Liceo tecnico di 6 classi e 3 officine. 

Una prima domenica sono andata a Dzamanzara, con André, il costruttore che da tempo lavora con me, per rivedere il terreno dove , a giugno scorso, avevamo posto la prima pietra con le autorità. 

Abbiamo cercato tre persone disposte a “ripulirlo”. 

Era diventato la toilette pubblica, non sapevo veramente dove mettere i piedi e...non vi dico l’odore! Meno male che per me, oramai “è tutto normale”! 

Contemporaneamente abbiamo trovato un’altra persona disponibile a fare il guardiano, perchè nessuno più ci entrasse, una volta ripulito. Durante la settimana successiva, mentre si ripuliva il terreno, sono andata in città a comprare non so quanti metri di juta, per “recintare” il terreno. 

Così la domenica successiva sono andata con Andrè e due operai sul posto. Abbiamo cominciato a mettere i paletti, a misurare il terreno. 

Nell’intervallo, visto il caldo, ho proposto di fermarci a mangiare lì vicino, per non perdere tempo e così ci siamo fermati in un “elegante ristorante” malgascio.



Grazie al progetto preparato dal bravo e caro “amico” , ingegnere di Firenze, (Simone Scalamandré) abbiamo cominciato subito i lavori. Oggi sono finite le fondazioni delle prime quattro classi. 

Ho inviato le foto e le misure a Simone che mi ha detto “perfetto”!! 


















Poi vedrete il resto!! Per ora si capisce poco ancora!

TURISMO SOLIDALE

Continuano i lavori per il completamento del turismo solidale! E’ finito anche il terzo bungalow e c’è stato un “prolungamento” al bungalow più grande. 

Non è ancora tutto finito, ma intanto v’invio le prime foto, nella prossima lettera lo vedrete tutto completo! Secondo me è venuto troppo carino! 

Oltre agli amici italiani, si sono fermati da noi anche dei turisti francesi e spagnoli, di passaggio. 

Abbiamo tante prenotazioni anche per i mesi successivi! 

Insomma funziona bene e, per la prima volta, l’associazione malgascia ha potuto fare un versamento sul proprio conto in banca! 

Pensate inoltre che ci lavorano due donne per le pulizie, la colazione, due giardinieri, due guardiani (uno di giorno e uno di notte) e un ragazzo, guida turistica che parla italiano. 

Quindi ancora posti di lavoro!











 

FESTA IN FAMIGLIA

 

Il lunedi’ di Pentecoste, (qui e’ festa come per il lunedi’ di Pasqua), sono stati i vecchi stessi a chiedermi di festeggiare a casa mia. oramai hanno preso l’abitudine!! Io contenta di stare con loro! 

Jaovita, che e’ il piu’ vecchio (ed e’ il primo che e’ venuto da me, per cui cominciai a organizzare la casa per gli anziani), si e’ portato anche il suo “ valiha”, ed ha suonato e cantato , rendendo ancora piu’ allegra la festa! In realta’ si e’ invecchiato molto in quest’ultimo periodo ed io lo guardo sempre con una certa apprensione, e penso sempre che sara’ per me veramente un grande dolore il giorno in cui mi verra’ a mancare!

Se avete il tempo di leggere, questo mese, c’è la storia di Adrien. (è un pò lunga!) 

 

QUOTIDIANO: LA STORIA DI ADRIEN .

 

Alla fine di Aprile, è venuto da me, un vecchio, ben vestito, molto magro, con un francese perfetto e con una grande gentilezza mi chiede di entrare nella lista del riso. Vedo dal suo aspetto che è un Merina (etnia della capitale, Tana). Gli faccio subito notare che la lista è per gli indigenti e che lui non credo che sia un indigente, belle scarpe, bei vestiti...Con un sorriso incerto, imbarazzato, mi dice che sono già tre giorni che gli è finito il riso. 

Mentre cerco di capire come sia possibile, gli offro delle sambosa al pesce, vedo che ne mangia una e due le mette in un sacchetto. “ Queste le porto alle mie nipotine” si giustifica. Gli metto in un sacchetto qualche chilo di riso, prendo la sua carta d’iudentità e lo inserisco nella lista del riso, poi gli chiedo dove abiti “Vicino alla miniera, vicino a Ampassindava, dove avete le scuole.” 

Visto che parla così bene il francese, e mi parla delle scuole, gli chiedo se per caso non conosca qualcuno diplomato, capace d’insegnare, perchè un nostro professore è partito all’improvviso. 

Mi fa cenno che forse sì, mi ringrazia “infinitamente” e se ne va barcollando sulle sue gambe magrissime. Ritorna dopo qualche giorno con un giovane, anche lui Merina, ben vestito anche lui, molto magro anche lui, con un francese ancora più perfetto dell’anziano. “E’ mio genero”. 

Il giovane mi mostra subito una lettera col suo curriculum vitae, di due pagine, dò un breve sguardo...altro che diplomato! Bac +++, delegato di amministrazioni varie, anche all’Air Madagascar, competenze in gestione... !!!! 

Conservo la lettera felicissima e gli domando se sia disposto ad andare l’indomani alla scuola elementare. “Certamente!”. 

Poi mi spiega, su mia “indagine”, come siano finiti a Nosy Be. 

Sono partiti da Tana, lui, la moglie, due figlie e il suocero appunto, dove hanno lasciato tutto, per trasfersi a Diego Suarez, sicuri di un progetto importante, a cui lui stesso aveva partecipato mettendoci del suo, con un socio francese. Dopo tre mesi però il socio se n’è andato in Francia, senza più tornare, così lui ha perso tutto. Si sente anche responsabile per avere trasferito tutta la famiglia. “Dovevo ricominciare da zero, un amico di Tana mi ha prestato la sua casa a Nosy Be, e da quattro mesi siamo qui, ma non conosciamo nessuno. Speravo di trovare un lavoro, ma invece niente. Mia moglie lavora da poco al Royal Beach, con un contratto di tre mesi, in sostituzione di una gestante ...” 

Riconosco dalla magrezza delle persone che vengono da me, “la fame”: il collo magrissimo, le guance scavate, la cintura del pantalone ben stretta alla vita, un sorriso forzato... eppure tanta dignità! 

Penso “Meno male che il vecchio padre ha avuto il coraggio di venire da me!” “Sono tre giorni che ci è finito il riso!” Era certamente vero! Per dargli subito un aiuto concreto, senza mortificarlo, gli propongo di organizzare un corso di francese per i professori, che parlano spesso solo il malgascio. Gli dò un anticipo per il corso, mi sorride grato! 

A scuola tutti mi dicono che è un bravo professore. 

Il venerdì e il sabato, quando la scuola è chiusa, ci sono 2 corsi di francese per i docenti, tutti mi sono grati per l’iniziativa improvvisa. Il vecchio padre passa due volte alla settimana, con indifferenza, e mi chiede se” per caso” non abbia un pò di pesce da mettere come accompagnamento al riso. “Per combinazione” ho sempre del pesce in frigo e così lui se ne va col suo solito“infinatamente grazie”, con la sua voce tremula! 

Una sera Adrien viene per presentarmi la moglie e le due figlie piccole, tutte elegantissime, si vede che vengono dalla capitale e che hanno vissuto bene. Scarpe e vestiti di un ottimo gusto che ammiro e di cui mi congratulo. Accennano ad un breve sorriso di soddisfazione. Anche loro però molto magre, specialmente la moglie, quasi scheletrica! Felici di conoscermi. 

Un giorno Adrien, passando da me, per il rapporto sul corso, mi dice che è preoccupato perchè deve lasciare la casa del suo amico per la metà di maggio. Non sa dove andare. Devo riflettere. Per “combinazione” vado a trovare Julien, il paraplegico che abita vicino a me (gli ho fatto una casetta anche per il figlio di 18 anni) e mentre gli parlo, vedo che la casa dietro di lui, dove abitava suo fratello è chiusa, come abbandonata. Sì, suo fratello se n’è andato perchè la casa è tutta rotta, Nazer, il proprietario che io conosco bene,( un amico per me), non ha il tempo nè i soldi per aggiustarla. 

A fianco ce n’è un’altra più piccola, nelle stesse condizioni, mezza cadente, pareti, tetto...tutto a pezzi! Mi viene subito un’idea. Chiamo Nazer, gli chiedo di venire un momento per vedere le due case che gli appartengono. Gli propongo di lasciarmele aggiustare e poi “faremo i conti” per l’affitto. 

Subito d’accordo. 

Cominciano presto i lavori per le due case. C’era un altro nostro professore con moglie, anche lui Merina, da poco arrivato a Nosy Be, che era in difficoltà per la casa. Le due case sono perfette per loro due: la grande, con 2 stanze, per 5 persone e l’altra più piccola per gli altri due, che così abiteranno anche vicino. Invito i due professori a vedere le due case, sono sorpresi e felici, anche per la vicinanza alla mia casa. 

I lavori sono quasi ultimati, avverto i due prof che tra poco potranno trasferirsi, quando, sempre di sera, viene tutta la famiglia di Adrien (tranne il vecchio padre) per parlarmi. Sono un pò imbarazzati, la moglie invita Adrien ad espormi il loro problema “ Noi, non possediamo che il vestiario e una piccola televisione, non abbiamo altro da portare nella casa nuova, nel trasferimento.” “Ma adesso dove dormite, non avete i letti etc etc?” “Sì, ma appartiene tutto al nostro amico, noi non abbiamo neanche un materasso, una pentola, niente!” Mi metto a ridere “Siete veramente poveri, allora!” “Sì, Manina, è così!” 

E spinti da me, ridono anche loro, per fortuna! 

Il giorno dopo chiamo Totò, il mio falegname e gli ordino subito i letti a castello per le bambine, uno matrimoniale e uno singolo, poi tavolo e sedie, due armadi, compro i materassi. Lo stesso vale per l’altra casa. 

Dopo 15 giorni tutto è pronto, casa e mobili! Il trasferimento è perfetto. 

Ma la cosa più bella è che poi, abbiamo messo anche “la luce”!! Così ora vedono anche la televisione, che io non ho, ma in compenso ho degli ottimi vicini di casa! Se mi verrete a trovare, vedrete che la mia strada comincia con la casa dei vecchi e dei paraplegici, poi c’è la casa di Julien e quella di suo figlio, ora anche quella dei due professori, poi una nostra scuola materna, la Pensione “La Merveille” con le camere e i bungalow del turismo solidale, e poi....la casa di Manina!!

Ben arrivati!! 

Non avrei voluto essere così lunga, ma quando scrivo, mi dovete credere, vengono sempre sul mio tavolo due lucertoline, verdi, con puntini rossi, che mi suggeriscono di scrivere..scrivere..e come premio vogliono un pò di zucchero.

Vi ringrazio per la vostra comprensione e pazienza, se siete arrivati fino alla fine! 

 

Vi abbraccio sempre con affetto e a presto! 

Manina